martedì 20 maggio 2014

Una canzone per Ted

Face to face with Ted  Neeley

Mi ero ripromessa di chiedere a Ted un mucchio di cose quando l'avessi potuto conoscere, avevo immaginato tutto molto diversamente, ma quando era arrivato il momento non avrei voluto per nessun motivo disturbarlo con un incontro, specie dopo una performance così impegnativa per lui e per noi così avvincente, come quella al Teatro Sistina di Roma.
 Sulla mia riluttanza a farmi largo tra tanti fans in attesa, aveva prevalso la scarsa resistenza alle pressioni dei miei  amici, convenuti allo spettacolo ed il fatto di trovarmi all'improvviso di fronte a lui.

Una canzone per Ted

Quando mi sono trovata di fronte a Ted Neeley, attore e cantante conosciuto a livello planetario, ho potuto solo gioire della sua presenza e della sua splendida energia e ripetergli come fosse fantastico il suo ritorno dopo 40 anni  sulle scene italiane...
Di certo non gli ho cantato la canzone che avevo scritto per lui:

"What about you, Jesus
you stay away for a while
hanged to a cross?
I missed you
Three days long forty years
Tell me if it is true, Ted
In the power and the glory,
I missed you
Three days long forty years
We all love you all the same
Three days long forty years..."

Parole illuminanti

Ma durante l'incontro, in qualche modo, dobbiamo aver comunicato, sopratutto quando mi ha stretto le mani nelle sue e gli ho confessato di sentire tanta gioia per il suo arrivo trionfale in Italia, protagonista osannato della nuova edizione teatrale di Jesus Christ Superstar.
Le sue parole sono state illuminanti del cammino interiore compiuto dall'attore e dal cantante, ma anche dall'uomo, Ted Neeley, che nel mio universo di bambina era stato il volto di Gesù.

Carisma e personalità di un maestro di vita

Spiegare il mio incontro con Ted Neeley è abbastanza riduttivo a chi non abbia avuto la possibilità di conoscerlo: possibilità che concede con grande generosità e disponibilità all'ascolto.
Durante il tempo trascorso assieme, provato dalla recente performance, non ha mai avuto un moto di impazienza, di stanchezza, l'attenzione che ci ha dedicato è stata totale, sebbene intorno a noi si accalcasse una folla di ammiratori e curiosi.
Ha parlato anche di se, del suo percorso e di quello che rappresentava quell'esperienza: con semplicità e schiettezza confermava di sentire una grande responsabilità per coloro che hanno visto in lui il riflesso di  Gesù, ci  spiegava con  umiltà in che modo un personaggio di tale spessore, come quello da lui interpretato per  quasi 1800 volte in più di 40 anni, possa cambiare profondamente la vita di un uomo.
E nonostante alcuni di noi non capissero perfettamente l'inglese, il suo messaggio era arrivato  chiaro e la sua aurea luminosa ci aveva entusiasmati e direi, resi migliori, in qualche modo.



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