martedì 8 luglio 2014

L'abbraccio di Ted insegna ad essere semplici

Ted Neeley e i giovani

Si chiama Giorgio, è un ragazzo romano, classe 83, non conosceva Ted Neeley, se non come un'icona di un'altra generazione e forse non lo avrebbe mai conosciuto meglio, se il destino non avesse giocato a suo favore, preparando per lui un incontro che... non avrebbe dimenticato facilmente!
"Sai...." mi dice, ma si interrompe subito, guardandomi tra il serio e il faceto, quasi che a raccontarmi un fatto così speciale debba considerare la reazione che potrà produrre negli astanti...abbassa veloce lo sguardo, per poi sorridere di tralice...

Lo spettacolo di Ted visto con gli occhi di un ragazzo nato negli anni 80

Fa parte di una generazione cresciuta in un periodo storico diverso da quello del film Jesus Christ Superstar, una generazione entusiasmata dalla tecnologia, dalla certezza di scoperte in un futuro ogni giorno diverso...che si è andato spegnendo sotto l'incalzare della recente crisi, che ha investito il mondo e l'Italia in particolare...
Ma io lo incoraggio, ho voglia di capire quello che un ragazzo di un'altra epoca  abbia potuto provare di fronte all'esibizione storica del nostro amatissimo...e lui, Giorgio, inizia senza preamboli il suo racconto:

-"Ho pensato a lungo cosa avessi provato quella sera dello spettacolo a Roma, al Sistina..che poi ne avevo sentito parlare più volte..intendo dire che avevo anche cantato spesso qualche canzone del film..era un motivetto famoso, di quelli che hai sempre sentito qua e là, da quando sei nato e che per motivi che non so dire... ti rimane in testa.
Ma il musical, per un motivo o per l'altro, non l'avevo mai visto...certo la mia generazione aveva avuto tanti miti e quel film, pur essendo famoso, non mi era mai accaduto di poterlo vedere, sebbene ci fossero mie amiche (e sopratutto le madri di queste amiche) senz'altro più informate di me a riguardo. Ma davvero io non l'avevo visto.
Questo per spiegare che non fu certo per mia volontà che un giorno, anche se stanco dopo una settimana pesantissima di lavoro, accettai l'invito ad assistere alla versione teatrale del film, allora al Sistina di Roma.
Ecco che sono contento di essere qui a scrivere su questo blog, nato sotto gli occhi di tutti noi che abbiamo assistito a questo miracolo di spettacolo, come non se ne vedevano da decenni.-

Quello che fa la fortuna di uno spettacolo non è nelle critiche severe o coraggiose o
 negli spunti "aromatizzati al peperoncino" : un evento lo fa il pubblico, sei d'accordo?


-Sì , in un certo senso è proprio così che mi sento, mi sento parte di un accadimento che ha dell'inaspettato, non mi aspettavo di trovarmi in contatto con una prodigiosa testimonianza coraggiosa di celebrazione della fede.
Devo confessare che, agli occhi di chi, come me, non ama i messaggi istituzionalizzati di una religione che non trova  modo di raggiungere il cuore della sua gente, JCS è diventato un emblema, un punto fermo di ciò che dovremmo accogliere per lasciarci ispirare dal senso del Divino...per me assistere a JCS è stato un momento di apertura, verso quell'immagine (quella di Gesù n.d.r.), ma non solo: è stata una svolta personale, proprio per chi come me non era in armonia con  una figura di Gesù deprivata della sua umanità, troppo lontana dalla gente,
dal suo popolo..
Così, assistere a questo spettacolo , con l'interpretazione superba di Ted Neeley come Gesù, mi è sembrato per la prima volta di scorgere il Suo vero volto: qui il messaggio è dirompente e diretto.
E quel che ho voluto vedere io è che"ogni essere umano è Gesù " : tutti coloro che praticano, che conducono una vita onesta piena di pietà e comprensione per gli altri, stanno seguendo una scia di santità, di aspirazione verso un fine ultimo, superiore e non fa niente se non vi riusciranno, anche se mancheranno nel loro fine, almeno avranno tentato e non ci sarà condanna, per loro, in un modo o nell'altro anche loro sono"Gesù"...-

Quindi quello che ti ha colpito di più è stato il messaggio religioso?


-Penso che dal momento che c'e un messaggio, vuol dire che c'e' chi lo veicola e chi lo ascolta..invece non dovrebbe esserci differenza: nessuna barriera tra Gesù e la gente: proprio come quando Ted/Jesus scende tra il pubblico!-


Ed è così che hai percepito quest'opera musicale?

-Vedi, Ted Neeley ha chiaramente inteso come andasse interpretato Gesù, non come un essere lontano anni luce e morto sulla croce 2000 anni fa, ma come un uomo del nostro tempo, di ogni tempo, con le stesse domande di sempre: riuscirò a farcela? A portare a termine il mio compito?
Secondo me le debolezze umane aiutano a rafforzare il messaggio di Verità: l'umanità deve ambire al cielo senza dimenticare la terra...-.

E tutto questo grazie a Ted Neeley ed alla sua interpretazione?

-Parliamo di uno spettacolo, parliamo di un cantante, ma parliamo pure di quello che dovrebbe essere un'opera: capace di stimolare il senso critico, non lasciare indifferenti: sì, di fronte a Ted Neeley non si può rimanere indifferenti.
 Il bello è che tutte queste riflessioni sono simultanee all'intensità della storia, della musica e dell'interpretazione, dal primo attore, fino all'ultima comparsa sul palco, il teatro si caricava di energia, di un'elettricità positiva, che pervadeva il luogo e tutte le persone che erano lì...
E' stato poi, durante l'incontro, dopo lo spettacolo, che ho potuto capire che molta di quell'energia arrivava proprio da lui, da Ted Neeley.
Un semplice abbraccio mi ha trasmesso ancora di più fisicamente quell'energia che avevo sentito distintamente in teatro, poche ore prima: ero sorpreso e felice.
E poi quello che vedevo mi riempiva di stupore: Ted abbracciava tutti indistintamente, come fossero loro i protagonisti.
Penso che con quell'abbraccio (che inizia in scena e culmina nel suo incontro), Ted compia ogni sera un miracolo ben più grande, che sta nell'insegnare ai suoi fans la forza della semplicità, forse è il solo modo con cui possiamo ancora una volta scorgere... Gesù in noi.-

Ecco che un altro tassello del nostro mosaico è composto:...Ted parla attraverso i suoi fans..noi lo ascoltiamo ed ogni volta di più capiamo cosa voglia dire il suo motto: "Keep the circle turning"....






Nessun commento:

Posta un commento