Ted Neeley e i giovani
Si chiama Giorgio, è un ragazzo romano, classe 83, non conosceva Ted Neeley, se non come un'icona di un'altra generazione e forse non lo avrebbe mai conosciuto meglio, se il destino non avesse giocato a suo favore, preparando per lui un incontro che... non avrebbe dimenticato facilmente!
"Sai...." mi dice, ma si interrompe subito, guardandomi tra il serio e il faceto, quasi che a raccontarmi un fatto così speciale debba considerare la reazione che potrà produrre negli astanti...abbassa veloce lo sguardo, per poi sorridere di tralice...
Lo spettacolo di Ted visto con gli occhi di un ragazzo nato negli anni 80
Fa parte di una generazione cresciuta in un periodo storico diverso da quello del film Jesus Christ Superstar, una generazione entusiasmata dalla tecnologia, dalla certezza di scoperte in un futuro ogni giorno diverso...che si è andato spegnendo sotto l'incalzare della recente crisi, che ha investito il mondo e l'Italia in particolare...
Ma io lo incoraggio, ho voglia di capire quello che un ragazzo di un'altra epoca abbia potuto provare di fronte all'esibizione storica del nostro amatissimo...e lui, Giorgio, inizia senza preamboli il suo racconto:
-"Ho pensato a lungo cosa avessi provato quella sera dello spettacolo a Roma, al Sistina..che poi ne avevo sentito parlare più volte..intendo dire che avevo anche cantato spesso qualche canzone del film..era un motivetto famoso, di quelli che hai sempre sentito qua e là, da quando sei nato e che per motivi che non so dire... ti rimane in testa.
Ma il musical, per un motivo o per l'altro, non l'avevo mai visto...certo la mia generazione aveva avuto tanti miti e quel film, pur essendo famoso, non mi era mai accaduto di poterlo vedere, sebbene ci fossero mie amiche (e sopratutto le madri di queste amiche) senz'altro più informate di me a riguardo. Ma davvero io non l'avevo visto.
Questo per spiegare che non fu certo per mia volontà che un giorno, anche se stanco dopo una settimana pesantissima di lavoro, accettai l'invito ad assistere alla versione teatrale del film, allora al Sistina di Roma.
Ecco che sono contento di essere qui a scrivere su questo blog, nato sotto gli occhi di tutti noi che abbiamo assistito a questo miracolo di spettacolo, come non se ne vedevano da decenni.-
Quello che fa la fortuna di uno spettacolo non è nelle critiche severe o coraggiose o
negli spunti "aromatizzati al peperoncino" : un evento lo fa il pubblico, sei d'accordo?
-Sì , in un certo senso è proprio così che mi sento, mi sento parte di un accadimento che ha dell'inaspettato, non mi aspettavo di trovarmi in contatto con una prodigiosa testimonianza coraggiosa di celebrazione della fede.
Devo confessare che, agli occhi di chi, come me, non ama i messaggi istituzionalizzati di una religione che non trova modo di raggiungere il cuore della sua gente, JCS è diventato un emblema, un punto fermo di ciò che dovremmo accogliere per lasciarci ispirare dal senso del Divino...per me assistere a JCS è stato un momento di apertura, verso quell'immagine (quella di Gesù n.d.r.), ma non solo: è stata una svolta personale, proprio per chi come me non era in armonia con una figura di Gesù deprivata della sua umanità, troppo lontana dalla gente,
dal suo popolo..
Così, assistere a questo spettacolo , con l'interpretazione superba di Ted Neeley come Gesù, mi è sembrato per la prima volta di scorgere il Suo vero volto: qui il messaggio è dirompente e diretto.
E quel che ho voluto vedere io è che"ogni essere umano è Gesù " : tutti coloro che praticano, che conducono una vita onesta piena di pietà e comprensione per gli altri, stanno seguendo una scia di santità, di aspirazione verso un fine ultimo, superiore e non fa niente se non vi riusciranno, anche se mancheranno nel loro fine, almeno avranno tentato e non ci sarà condanna, per loro, in un modo o nell'altro anche loro sono"Gesù"...-
Quindi quello che ti ha colpito di più è stato il messaggio religioso?
-Penso che dal momento che c'e un messaggio, vuol dire che c'e' chi lo veicola e chi lo ascolta..invece non dovrebbe esserci differenza: nessuna barriera tra Gesù e la gente: proprio come quando Ted/Jesus scende tra il pubblico!-
Ed è così che hai percepito quest'opera musicale?
-Vedi, Ted Neeley ha chiaramente inteso come andasse interpretato Gesù, non come un essere lontano anni luce e morto sulla croce 2000 anni fa, ma come un uomo del nostro tempo, di ogni tempo, con le stesse domande di sempre: riuscirò a farcela? A portare a termine il mio compito?
Secondo me le debolezze umane aiutano a rafforzare il messaggio di Verità: l'umanità deve ambire al cielo senza dimenticare la terra...-.
E tutto questo grazie a Ted Neeley ed alla sua interpretazione?
-Parliamo di uno spettacolo, parliamo di un cantante, ma parliamo pure di quello che dovrebbe essere un'opera: capace di stimolare il senso critico, non lasciare indifferenti: sì, di fronte a Ted Neeley non si può rimanere indifferenti.
Il bello è che tutte queste riflessioni sono simultanee all'intensità della storia, della musica e dell'interpretazione, dal primo attore, fino all'ultima comparsa sul palco, il teatro si caricava di energia, di un'elettricità positiva, che pervadeva il luogo e tutte le persone che erano lì...
E' stato poi, durante l'incontro, dopo lo spettacolo, che ho potuto capire che molta di quell'energia arrivava proprio da lui, da Ted Neeley.
Un semplice abbraccio mi ha trasmesso ancora di più fisicamente quell'energia che avevo sentito distintamente in teatro, poche ore prima: ero sorpreso e felice.
E poi quello che vedevo mi riempiva di stupore: Ted abbracciava tutti indistintamente, come fossero loro i protagonisti.
Penso che con quell'abbraccio (che inizia in scena e culmina nel suo incontro), Ted compia ogni sera un miracolo ben più grande, che sta nell'insegnare ai suoi fans la forza della semplicità, forse è il solo modo con cui possiamo ancora una volta scorgere... Gesù in noi.-
Ecco che un altro tassello del nostro mosaico è composto:...Ted parla attraverso i suoi fans..noi lo ascoltiamo ed ogni volta di più capiamo cosa voglia dire il suo motto: "Keep the circle turning"....
martedì 8 luglio 2014
mercoledì 2 luglio 2014
Quando un amico è per sempre
La filosofia di Ted sull'amicizia ed il segreto della sua voce
Vorrei una volta camminare tra le vie di Ranger, in Texas, per capire cosa deve aver significato per Teddy bambino crescere in quella serena cittadina della contea dello Eastland;
tutto sarà molto cambiato, ma se nel 2000 gli abitanti erano non più di 3000,durante gli anni giovanili di Ted doveva trattarsi di una piccola cittadina e come afferma lo stesso Neeley, in una bella intervista, "ci si conosceva tutti...".
Il grande interprete di Jesus Christ nasce infatti proprio qui, dove conduce una vita serena e confortevole, tra la casa famigliare e gli incontri nel coro della chiesa Battista.Per sua stessa asserzione, si trova molto bene nel'ambiente religioso, che frequenta spesso, senza esservi indotto da amici o famigliari ed è comprensibile presumere quanto tutto ciò abbia favorito l'inclinazione spirituale degli anni della maturità.Invero, come ci ha confidato una sua carissima amica,che ci onora del suo apprezzamento a questo blog, Ted è sempre stato lo stesso. Dagli anni della contestazione studentesca, quando Bobbie Starna Potter lo conobbe, ad oggi, non ha mai perduto il sereno ottimismo e la fiducia ispiratrice che hanno fatto di lui un uomo speciale, prima ancora di un cantante e di un attore eccezionale..
"Se due persone divengono amiche, quell'amicizia è per sempre"
E' stata proprio lei a rassicurarmi della mia sensazione, ricevuta e conservata cara nel mio cuore dopo l'incontro con lui, raccontandomi tra l'altro un aneddoto e poi una frase profonda, che da sola rende la sensazione della luce che traspare da quest'uomo.
Il contesto descritto da Bobbie era proprio quello di un incontro, dove lui ebbe a dire che, "quando due persone si conoscono e divengono amici, non importa quanto tempo trascorra dopo, ma ogni volta che capita di rivedersi, è come se fosse trascorso solo un giorno".
Una frase che da sola rende la sensazione del rispetto e della considerazione che Ted ha sempre espresso chiaramente ad amici, conoscenti ed anche ai suoi fans.
Una frase che da sola rende la sensazione del rispetto e della considerazione che Ted ha sempre espresso chiaramente ad amici, conoscenti ed anche ai suoi fans.
E ricordiamo che solo pochi anni prima dell'incontro con Bobbie, Ted aveva già firmato il suo primo contratto discografico. Come possa aver conservato semplicità e candore, a contatto con uno star system impietoso e talvolta soffocante, rimane un mistero.
I soldi, la carriera, la popolarità cambiano tutti e trascorrere una vita inseguito dai fans può non essere piacevole.
Al contrario, Ted ha istituito il suo "meet and greet" personale, dove incontrare e ascoltare i suoi ammiratori, trascorrendo con loro ore ed ore...questo non è comune a nessun attore, nè cantante io abbia mai conosciuto e voi?
E dunque è la profonda umanità che colpisce, la sua disponibilità, la sua dolcezza...
Come ha più volte ricordato lui stesso, sin da ragazzo aveva avuto subito molto successo con la sua band locale e presto aveva iniziato a suonare al di fuori della cerchia cittadina, ricevendo immediati apprezzamenti per le eccezionali doti di cantante; non dimentichiamo però che la passione di Ted era già per la batteria,lo strumento che più di ogni altro ha amato e che tutt'ora predilige (chi avrà visto la presentazione dell'ultimo lavoro - Rock opera- avrà notato che Ted ha due bacchette in mano), ma quello che sorprende è che questo strumento possa aver avuto una parte importante...proprio nello sviluppo delle sue capacità vocali, come lui stesso affermerà....
Può la batteria aver reso uniche le sue doti cantante?
I soldi, la carriera, la popolarità cambiano tutti e trascorrere una vita inseguito dai fans può non essere piacevole.
Al contrario, Ted ha istituito il suo "meet and greet" personale, dove incontrare e ascoltare i suoi ammiratori, trascorrendo con loro ore ed ore...questo non è comune a nessun attore, nè cantante io abbia mai conosciuto e voi?
E dunque è la profonda umanità che colpisce, la sua disponibilità, la sua dolcezza...
Come ha più volte ricordato lui stesso, sin da ragazzo aveva avuto subito molto successo con la sua band locale e presto aveva iniziato a suonare al di fuori della cerchia cittadina, ricevendo immediati apprezzamenti per le eccezionali doti di cantante; non dimentichiamo però che la passione di Ted era già per la batteria,lo strumento che più di ogni altro ha amato e che tutt'ora predilige (chi avrà visto la presentazione dell'ultimo lavoro - Rock opera- avrà notato che Ted ha due bacchette in mano), ma quello che sorprende è che questo strumento possa aver avuto una parte importante...proprio nello sviluppo delle sue capacità vocali, come lui stesso affermerà....
Può la batteria aver reso uniche le sue doti cantante?
Infatti, in un'altra bella intervista, sostiene di dover molto delle sua prodigiosa voce, agli anni trascorsi a cantare nel coro, ma, come confida subito dopo, c'é un altro segreto:
"... Lo sviluppo dell'ampiezza vocale, può essere stato stimolato dalla vibrazione esercitata sul diaframma" afferma Ted, ed aggiunge: "il risuonare della cassa della batteria ha cambiato qualcosa nella mia voce..."
E per chi, come me, ha passato gli anni della prima gioventù facendo parte di una rock band, non è difficile da credere!
Ho sempre amato la batteria e condivido l'amore di Ted per quello strumento: trovo la forza e l'intensità che scaturiscono da quei suoni assolutamente dirompenti.
Ho sempre amato la batteria e condivido l'amore di Ted per quello strumento: trovo la forza e l'intensità che scaturiscono da quei suoni assolutamente dirompenti.
Purtroppo però non ho mai potuto ascoltare Ted alla batteria e mi auguro un giorno di potergli chiedere di esaudire questo mio desiderio....sarà davvero un sogno realizzato!
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